Le verifiche o analisi di accessibilità sono un tassello fondamentale per raggiungere la conformità in materia di accessibilità così come stabilito dalla legge.
Esse costituiscono infatti il prerequisito necessario per poter rilasciare la dichiarazione di accessibilità, lo strumento con cui la Pubblica Amministrazione e determinate categorie di soggetti privati rendono pubblico lo stato di accessibilità dei siti web e applicazioni di cui sono titolari.
In questo articolo vediamo nel dettaglio le diverse tipologie di verifiche di accessibilità e come queste si inseriscono nel percorso verso l’accessibilità digitale.
L’importanza delle verifiche per la dichiarazione di accessibilità
Attraverso tale dichiarazione il cosiddetto soggetto erogatore, cioè il proprietario del sito web o dell’app, informa i suoi utenti circa la conformità, non conformità o parziale conformità del suo prodotto ed il suo impegno per garantire o migliorare l’accessibilità.
Per poter compilare questo documento è necessario effettuare appunto delle verifiche così come indicato al capitolo 3 “Verifica dell’accessibilità degli strumenti informatici” delle Linee guida sull'accessibilità degli strumenti informatici dell’AgID, l’Agenzia per l’Italia digitale che ha il compito di fornire le indicazioni di attuazione della Direttiva europea sull’accessibilità 882/2019 (European Accessibility Act) e della Legge Stanca n.4/2004.
Per soggetti privati come per quelli della Pubblica Amministrazione, le informazioni espresse nella dichiarazione di accessibilità devono essere ricavate da una delle seguenti analisi:
- un’autovalutazione effettuata direttamente dal soggetto erogatore. In questo caso il proprietario del sito o dell’applicazione, o un suo collaboratore, fa un’analisi in autonomia ed esprime quanto rilevato;
- una valutazione effettuata da terzi. Il soggetto erogatore chiede a un’entità terza, verosimilmente una società che si occupa di accessibilità digitale oppure una web agency, di effettuare un’analisi e riporta il risultato;
- una valutazione effettuata con il “Modello di autovalutazione”, reso disponibile online da AGID nell’Allegato 2 delle Linee Guida. In questo ultimo caso il soggetto esegue in proprio un’analisi utilizzando il modello fornito.
Prima di delineare quali siano i tipi di verifiche previste precisiamo che, sempre secondo le Linee guida, ove non sia tecnicamente possibile o altamente oneroso effettuare una verifica di accessibilità completa, si può applicare una metodologia di verifica a campione.
Tipologie di verifiche di accessibilità
AgID individua due tipi di verifica:
- Verifica tecnica, che tutti devono fare per poter redigere la Dichiarazione di accessibilità;
- Verifica soggettiva, più complessa e solo per pochi soggetti obbligatoria. Una modalità semplificata di quest’ultima è il test di usabilità.
Vediamole più nel dettaglio.
Verifica tecnica
La verifica tecnica, declinata in una delle tre modalità sopra elencate (autovalutazione, soggetto terzo, modello AgID), deve seguire la norma UNI CEI EN 301549.
Questa norma definisce i requisiti di accessibilità per prodotti e servizi ICT, descrivendo le procedure di prova e metodologia di valutazione, ed è utilizzata negli appalti pubblici in Europa, in linea con le WCAG 2.1 del W3C.
Come effettuare la verifica tecnica nel rispetto delle WCAG?
Per capire quali siano i requisiti richiesti occorre fare riferimento alle WCAG 2.1, le linee guida sull’accessibilità del W3C, nella versione attualmente richiesta dalla legislazione italiana.
Le WCAG 2.1, linee guida sull'accessibilità del W3C, organizzano i requisiti di accessibilità secondo quattro principi generali: percepibilità, utilizzabilità, comprensibilità e robustezza. Sotto questi principi troviamo 13 linee guida, che forniscono gli obiettivi di base su cui gli sviluppatori dovrebbero lavorare per rendere il contenuto più accessibile. Per ogni linea guida sono indicati dei criteri di successo.
I criteri di successo vengono classificati in base a tre livelli di conformità:
- Livello A (minimo)
- Livello AA (intermedio, standard richiesto per l'accessibilità)
- Livello AAA (massimo)
Per essere conformi, i siti web o le app devono soddisfare al 100% i criteri A e AA delle WCAG 2.1 (50 criteri).
La verifica tecnica di solito inizia con strumenti automatici, come ad esempio lo scanner per l’accessibilità di UserWay, che permette di effettuare in pochi secondi un check automatico di qualunque sito web.
Un altro strumento è il Mauve++, sviluppato dal Laboratorio su Human Interface in Information Systems (HIIS) dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione (Isti) del CNR, strumento attualmente in uso per il monitoraggio nazionale dell’accessibilità di siti web e documenti PDF fatto in collaborazione con AgID nell’ambito delle misure per la transizione digitale del PNRR.
>> Leggi l'articolo di approfondimento "La verifica tecnica dell’accessibilità per siti web e app mobile"
Verifica soggettiva
Successiva alla verifica tecnica, solo per alcuni soggetti erogatori di siti web o applicazioni, è obbligatoria anche una verifica più complessa ed approfondita, la verifica soggettiva.
Secondo il punto 3.2.2.1. - Verifica soggettiva (Web) delle Linee Guida AgID, con il termine verifica soggettiva delle pagine web si intende la “valutazione del livello di qualità dei servizi, già giudicati accessibili tramite la verifica tecnica, effettuata con l’intervento del destinatario, coinvolgendo anche le persone con disabilità, sulla base di considerazioni empiriche”.
Al punto 3.2.2. - Criteri di valutazione per la verifica soggettiva delle pagine web, le linee guida precisano anche che per evitare di incorrere nell’ onere sproporzionato, l’attività di verifica soggettiva è obbligatoria solo per le forniture sopra soglia comunitaria, come indicato nell’Art. 35 del d.lgs. 50/2016.
>> Leggi l'articolo di approfondimento "La verifica soggettiva dell’accessibilità per siti web e app"
Test di usabilità
Per le forniture sotto soglia comunitaria è invece richiesto di utilizzare almeno una metodologia semplificata per la realizzazione di test di usabilità.
Un esempio è la modalità definita dal Protocollo eGLU, una procedura e una guida passo-passo preparata da professionisti per consentire anche ai non esperti di realizzare test semplificati di usabilità. Altri esempi di metodologie sono analisi basate su euristiche, svolte da parte di funzionari dello stesso soggetto erogatore con il coinvolgimento di persone con disabilità.
>> Leggi l'articolo di approfondimento "Test di usabilità per le verifiche di accessibilità: cosa sono e quando farli"
Comparazione tra verifiche
Riepilogando, compariamo i tre tipi di verifiche analizzate, la verifica tecnica, quella soggettiva e il test di usabilità.
Verifica tecnica |
Verifica soggettiva |
Test di usabilità |
|
Chi deve farla |
Tutti i soggetti identificati dalla Legge “Stanca” come erogatori |
Solo erogatori sopra soglia comunitaria |
Erogatori identificati dalla Legge “Stanca” sotto soglia comunitaria |
Esperto di fattori umani |
No |
Necessario |
Opzionale |
Chi la fa |
RTD, soggetto, erogatore, entità terza |
Probabilmente un soggetto terzo |
Soggetto erogatore o terzo |
Modalità delle prove di test |
Automatica, manuale, libera, con checklist o modello, euristica. |
Libere, per obiettivi, euristiche |
Prove euristiche |
Criteri da utilizzare |
50 criteri delle WCAG 2.1 per il livello A e AA insieme |
12 criteri contenuti nel Manuale per la verifica soggettiva Necessario |
12 criteri contenuti nel Manuale per la verifica soggettiva Opzionale |
Test con utenti disabili |
Non necessario |
Necessario (7 tipi di disabilità) |
Opzionale |
Rapporto conclusivo |
Non necessario |
Necessario |
Opzionale |
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Il 28 giugno 2025 segna l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act, la direttiva europea sull’accessibilità che estende gli obblighi di accessibilità anche al mondo privato. Gli operatori economici che non rispetteranno le disposizioni della direttiva rischiano sanzioni amministrative pecuniarie dai 5.000 ai 40.000 euro, in base alla gravità della violazione.
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