Test di usabilità per le verifiche di accessibilità: cosa sono e quando farli

I Test di Usabilità per la Verifica dell’Accessibilità | UserWay

Quando si parla di verifica dell’accessibilità, non è raro imbattersi nel termine “usabilità”. Offrire un'esperienza digitale accessibile significa infatti garantire a tutti, indipendentemente dalle abilità,

la possibilità di trovare e fruire dei contenuti in modo agevole. In altre parole, un sito web, un'app o qualsiasi altro strumento informatico deve essere usabile. Le normative, quindi, impongono verifiche specifiche, tra cui i test di usabilità. 

Ma cosa significa esattamente test di usabilità e come si collegano alle verifiche di accessibilità? 

Approfondiamo il concetto e vediamo quando e come devono essere condotti.

 

Cosa significa test di usabilità?

Chi ha a che fare o si interessa di disabilità digitale avrà spesso sentito parlare di verifiche di accessibilità, e più in particolare dei test di usabilità.

Nella definizione di test di usabilità data da Designers Italia, il progetto di riferimento per la progettazione dei servizi digitali della PA, “I test di usabilità ti permettono di verificare l’usabilità e l’efficacia di un servizio digitale e di ipotizzare eventuali modifiche di miglioramento”.

Allo stesso modo AgID afferma che l’usabilità “misura il grado di facilità e soddisfazione con cui gli utenti si relazionano con l'interfaccia di un sito o app, che risulteranno quindi tanto più usabili, quanto più le analisi alla base della progettazione si avvicinano alle aspettative del soggetto che interagisce con il sistema”.

In definitiva, si può affermare che i test di usabilità sono delle prove in cui vengono coinvolti degli utenti reali per verificare come questi utilizzano un sito web o un’app mobile, cercando di trovare eventuali criticità da migliorare.

Questi sono concetti generalmente validi, ma se dobbiamo occuparci di accessibilità in termini professionali è necessario approfondire e capire come precisamente la legislazione italiana intenda il test di usabilità, considerato che sia lo Stato italiano sia la Comunità Europea hanno normato questo ambito, prevedendo anche delle sanzioni

Un punto di partenza è senz’altro quello di chiarire la relazione tra test di usabilità e verifiche soggettive.

Test di usabilità Vs. Verifica Soggettiva

L’AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale che assolve a diversi compiti in fatto di accessibilità (dalla definizione di Linee Guida al monitoraggio e controllo), parla espressamente di test di usabilità quando tratta le verifiche tecniche, e più precisamente lo considera una sottocategoria della verifica soggettiva.

La verifica soggettiva delle pagine web per AgID è “(...) una valutazione del livello di qualità dei servizi, già giudicati accessibili tramite la verifica tecnica, effettuata con l'intervento del destinatario, coinvolgendo anche le persone con disabilità, sulla base di considerazioni empiriche”.

In sostanza, la verifica soggettiva si affianca a quella tecnica valutando come un gruppo di persone con disabilità esegua compiti di navigazione sul sito o nell’app mobile.

Questo livello aggiuntivo di verifica, richiedendo evidentemente un impegno maggiore, viene richiesto solo ai soggetti erogatori sopra soglia comunitaria (soglia di spesa stabilita dalle istituzioni europee oltre la quale un appalto pubblico assume rilevanza europea e diventa soggetto a particolari regole). 

Per i soggetti sotto soglia è invece possibile ricorrere a una metodologia semplificata, ed è qui che entra in gioco il test di usabilità, che quindi altro non sono che una verifica soggettiva semplificata

Sempre Designers Italia definisce infatti i test di usabilità come delle “sessioni di osservazione diretta dell’interazione tra un utente e un servizio digitale”. 

I test di usabilità possono essere svolti anche da parte di funzionari del medesimo soggetto erogatore opportunamente formati, con il coinvolgimento di persone con disabilità.

Ecco un’utile tabella riportata nel Manuale per la verifica soggettiva dei siti web e delle app delle PA per chiarire le differenze tra la verifica soggettiva e il test di usabilità:

Contesto

Fornitura “sopra soglia”

(verifica soggettiva)

Fornitura “sotto soglia”

(test di usabilità)

Esperto di fattori umani

Necessario

Opzionale

Test di usabilità

Necessario

Necessario

Modalità delle prove di test

Libere, per obiettivi, euristiche

Prove euristiche

Valutazioni con 12 criteri

Necessario

Opzionale

Test con utenti disabili

Necessario (7 tipi di disabilità)

Opzionale

Processo di verifica

Completa

Semplificata

Rapporto conclusivo

Necessario

Opzionale

Il capitolo 3.2.2. - Criteri di valutazione per la verifica soggettiva delle pagine web delle Linee guida, chiarisce meglio il concetto, specificando che per realizzare i test di usabilità è possibile utilizzare una metodologia semplificata come quella definita dal Protocollo eGLU o altre modalità, ad esempio analisi basate su euristiche. Questi test possono essere svolti anche da funzionari del soggetto erogatore opportunamente formati, con il coinvolgimento di persone con disabilità.

Per le app la dicitura è esattamente la stessa, tranne il riferimento al Protocollo eGLU4. 

Il protocollo eGLU per i test di usabilità

Questo protocollo viene descritto al punto 4.5.4 del Manuale operativo di design per i siti e i servizi digitali della Pubblica Amministrazione, dove viene specificato che i test di usabilità servono a:

  • capire come aiutare i cittadini a trovare facilmente ciò che cercano;
  • ridurre gli errori e aumentare la soddisfazione di fruizione di un servizio;
  • evitare la produzione di servizi inadeguati e aumentare la fiducia dei cittadini nei confronti dell’amministrazione.

Il protocollo eGLU è stato creato dal Gruppo di Lavoro per l’Usabilità (GLU) ed è destinato a chi gestisce siti istituzionali della PA, ma può essere adottato anche da coloro che realizzano servizi online e software nelle PA. 

Il protocollo ha due obiettivi principali

  1. coinvolgere direttamente gli utenti nella valutazione dei siti e servizi online per identificare criticità
  2. promuovere l'usabilità tra gli operatori pubblici in conformità alle normative esistenti.

La procedura eGLU è stata pensata per essere indipendente dalla tecnologia e dal mezzo e poter quindi essere applicata a una vasta gamma di prodotti e servizi su diversi canali, inclusi siti web, servizi online, documenti e app. 

Il suo svolgimento è piuttosto semplice: gli utenti vengono osservati mentre eseguono compiti specifici (come cercare informazioni o compilare moduli online) senza domande dirette, per identificare difficoltà e raccogliere feedback attraverso questionari. I dati raccolti permettono di identificare punti di forza e criticità, apportare modifiche immediate e pianificare interventi più approfonditi con esperti di usabilità.

La procedura utilizza 10 allegati disponibili nel kit Test di usabilità e può essere condotta anche da non esperti come test minimo di usabilità. Il protocollo aiuta così il personale delle PA a comprendere meglio i problemi di interazione nei siti web e nei servizi online, fornendo una base solida per il redesign da parte degli esperti.

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Orientarsi nel panorama delle normative sull’accessibilità può apparire arduo, alla luce anche delle direttive europee e di un panorama in continuo divenire.

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