Accessibilità in Italia: i riferimenti legali da conoscere

Accessibilità in Italia: i riferimenti legali da conoscere | UserWay

Il 28 giugno del 2025 l’European Accessibility act (Direttiva europea 2019/882) (EAA) entrerà in vigore negli Stati membri dell’Unione Europea. Questa direttiva dell’Unione Europea si applicherà a specifiche categorie di beni o servizi, che dovranno essere conformi alle Linee Guida per l’Accessibilità dei Contenuti Web (WCAG 2.1), al livello AA.

In questo articolo vediamo come viene recepita la direttiva in Italia e quali sono i principali riferimenti normativi.

Cosa stabilisce la legge italiana?

Il decreto legislativo n°82 approvato il 27 maggio 2022 recepisce in Italia la Direttiva europea sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi.

Tale direttiva, per inciso, non si riferisce solo a siti, ma anche ad altri prodotti informatici (smartphone, e-book, biglietterie elettroniche delle stazioni ferroviarie e aeroporti, bancomat e così via) che dovranno avere specifici requisiti per poter essere accessibili a tutti. 

Per quanto riguarda i siti web e le applicazioni degli enti pubblici la direttiva UE/2016/2102 aveva già introdotto una nuova disciplina in materia di accessibilità e delle applicazioni mobili, già per altro presenti nella legge n. 4/2004 "Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici" nota anche come legge Stanca (dal nome del suo ideatore).

Tale direttiva è diventata operativa con le Esecuzioni europee 2018/1523-24 della Commissione. Queste direttive sono valide anche per le aziende con un fatturato medio superiore ai 500 milioni negli ultimi tre anni (decreto legge n.76 del 16 giugno 2020). 

All’Agenzia per l'Italia Digitale è stato assegnato il compito di definire le Linee guida sull’accessibilità degli strumenti informatici per adeguarsi all’European Accessibility Act.

Tali linee guida, che possono essere considerate il testo di riferimento italiano sull’accessibilità, si rifanno alla UNI EN 301 549, la norma per i “Requisiti di conformità europei per l’accessibilità digitale”, che specifica che ogni pagina web deve soddisfare i requisiti delle WCAG, le “Linee guida per l’accessibilità dei contenuti” del W3C, al livello AA. 

La norma europea si collega così alle linee guida del W3C, il World Wide Web Consortium che si occupa della definizione di standard web aperti per promuovere l'accessibilità e la compatibilità delle tecnologie in rete.

WCAG: cosa sono e a cosa servono 

Le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) definiscono come  rendere i contenuti web più accessibili alle persone con disabilità, tenendo conto di una vasta gamma di problematiche incluse quelle visuali, uditive, fisiche, cognitive, di linguaggio, di apprendimento e neurologiche. 

Un sito web si definisce accessibile quando è conforme alle WCAG, che presentano 3 livelli:

  • A è quello base
  • AA è il livello intermedio, attualmente considerato lo standard globale di riferimento
  • AAA è il livello più elevato, ma non deve essere considerato come lo standard da raggiungere, poiché nessun sito web può raggiungere tale livello di conformità
L’attuale livello di conformità richiesto dalla legislazione italiana è costituito dai 50 criteri di successo delle WCAG 2.1 al livello A e AA insieme. 

Sulle linee guida AgID si fa riferimento, oltre che alla già citata UNI EN 301 549, alle indicazioni sulle postazioni di lavoro a disposizione del dipendente con disabilità, avendo come riferimento tecnico la norma UNI EN ISO 9999:2017 “Ausili tecnici per persone disabili”, per l’identificazione delle tecnologie assistive.

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