Disabilità: comprenderla per migliorare l'accessibilità digitale

Disabilità: comprenderla per migliorare l'Accessibilità Digitale | UserWay

In Italia, quasi 13 milioni di persone vivono con una disabilità, e oltre 3 milioni di queste sono gravemente disabili. Considerare le loro esigenze è fondamentale per garantire accesso equo a servizi e informazioni.

La normativa europea e internazionale in materia di accessibilità stabilisce punti fermi e linee guida per enti pubblici e privati, che devono tenerne conto nell’esperienza fornita agli utenti sia nel mondo fisico come in quello digitale.

Il web e i canali digitali sono parte integrante della vita quotidiana di milioni di persone, incluse quelle con disabilità. Garantire a tutti l’accesso a servizi, beni o informazioni online indipendentemente dalle abilità di ognuno è fondamentale per creare un mondo più inclusivo per tutti, conforme alla legge e alle normative.

Punto di riferimento per comprendere la disabilità è senz’altro la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.

Vediamo di cosa si tratta e come questa aiuta a dare una definizione del concetto di disabilità.

La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità

La disabilità è tutelata in Europa dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Approvata nel dicembre 2006 a New York, è il primo strumento giuridicamente vincolante che prevede una protezione completa dei diritti delle persone con disabilità.

La Convenzione ha l’obiettivo di garantire alle persone con disabilità pari uguaglianza nel godimento di diritti già riconosciuti agli altri membri della comunità come:

  • l'autonomia e l'autodeterminazione nella vita quotidiana
  • il diritto a formare una famiglia propria, l'opportunità di lavorare e di svolgere un'occupazione
  • il diritto a un tenore di vita dignitoso e al supporto sociale necessario
  • il diritto all’accesso all'istruzione
  • il diritto ad una partecipazione piena e attiva alla vita pubblica e culturale
  • il diritto alla protezione contro discriminazioni, violenze, sfruttamento e abusi.

In Italia la Convenzione è stata recepita tramite la Legge 18/2009, che non si è limitata a ratificare e  sottoscrivere la convenzione, ma ha anche introdotto l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità; istituito con la legge 18/2009 e presieduto dal Ministro per le disabilità, l’Osservatorio ha lo scopo di supportare le politiche nazionali in materia di disabilità attraverso funzioni di tipo consultivo e tecnico-scientifico. 

Si tratta di una pietra miliare nel panorama normativo europeo rivolto alla disabilità, perché cambia in modo radicale il modo in cui le persone con disabilità sono considerate: da soggetti dipendenti e perlopiù bisognosi di cure mediche e assistenza sociale a individui in grado di rivendicare i propri diritti e decidere autonomamente.

Definire la Disabilità

Ad oggi definire il termine disabilità non è così immediato. Manca, a livello istituzionale, una definizione standard e condivisa. 

Sicuramente il concetto di disabilità non va confuso con quello di handicap, che identifica una condizione di svantaggio sociale causata dalla disabilità, per la quale la persona ha delle limitazioni nello svolgere normali attività quotidiane. La Legge 5 febbraio 1992, n. 104 Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, punto di riferimento nella normativa italiana per il tema della disabilità, definisce la persona handicappata come “... colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che  e'  causa  di difficolta'  di  apprendimento,  di relazione  o   di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale  o di emarginazione.

L’handicap è quindi un effetto della disabilità, che a sua volta è dovuta ad una menomazione. In base alle capacità che vengono compromesse dalla menomazione, possiamo identificare quattro tipo di disabilità: motoria, sensoriale, intellettiva e psichica.

Più che cercare di definire la disabilità, forse è più utile cercare di capire il significato di persona con disabilità.

La stessa Convenzione ONU non dà una definizione univoca del termine "disabilità", ma parla di “persone con disabilità”, affermando che “Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.

Rispetto all’utilizzo del termine disabile, persona con disabilità non identifica l’individuo con la sua condizione, ma mantiene la persona al centro mentre la disabilità diventa solo una caratteristica. 

Non si tratta di una semplice formalità, quanto più dell’adozione di un punto di vista diverso che non relega le persone affette da un qualche tipo di menomazione ad una condizione statica, ma conferisce loro la possibilità di autodeterminarsi al di là di una patologia o di un handicap.

Un approccio che si rispecchia anche negli standard di classificazione elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Come classificare le disabilità: lo standard ICF

Lo standard ICF, acronimo che sta per International Classification of Functioning, Disability and Health, in italiano Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, è una modalità di classificazione della disabilità elaborata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Insieme alla ICD (Classificazione internazionale statistica delle malattie e dei problemi sanitari correlati) e alla ICHI (Classificazione internazionale degli interventi sanitari), l'ICF è una delle tre classificazioni di riferimento dell'OMS. 

La particolarità di questo standard rispetto ad altri del passato è quella di andare oltre alla classificazione della disabilità sulla sola base di fattori organici, relazionando questi ultimi con fattori esterni ambientali che influiscono sulla condizione della persona e su quanto questa sia o meno limitata nell’interazione con l’ambiente che la circonda.

L'ICF viene aggiornata dall'OMS e tradotta in diverse lingue. La versione italiana dell’ICF è consultabile online in forma gratuita sul Portale italiano delle classificazioni sanitarie.

Riportiamo di seguito l’ultima versione:

FUNZIONI DEL CORPO UMANO STRUTTURE DEL CORPO UMANO
  1. Funzioni mentali
  2. Funzioni sensoriali e dolore
  3. Funzioni fonatorie e di produzione del parlato
  4. Funzioni degli apparati cardiovascolare e respiratorio e dei sistemi ematologico e immunitario
  5. Funzioni dell’apparato digerente e dei sistemi metabolico ed endocrino
  6. Funzioni genitourinarie e riproduttive
  7. Funzioni neuromuscoloscheletriche e correlate al movimento
  8. Funzioni della pelle e delle strutture correlate
  1. Strutture del sistema nervoso
  2. Occhio, orecchio e strutture correlate
  3. Strutture coinvolte nella fonazione e nella produzione del parlato
  4. Strutture dell’apparato cardiovascolare, del sistema immunitario e dell’apparato respiratorio
  5. Strutture dell’apparato digerente e dei sistemi metabolico ed endocrino
  6. Strutture degli apparati genitourinario e riproduttivo
  7. Strutture correlate al movimento
  8. Cute e strutture correlate
ATTIVITA’ E PARTECIPAZIONE  FATTORI AMBIENTALI
  1. Imparare e applicare le conoscenze
  2. Compiti e richieste generali
  3. Comunicazione
  4. Mobilità
  5. Cura di sé
  6. Vita domestica
  7. Interazioni e relazioni interpersonali
  8. Principali aree di vita
  9. Vita comunitaria, sociale e civica
  1. Prodotti e tecnologia
  2. Ambiente naturale e cambiamenti ambientali effettuati dall’uomo
  3. Supporto e relazioni
  4. Atteggiamenti
  5. Servizi, sistemi e politiche

L’ICF è uno strumento che permette di creare una base comune, codificata e condivisa per lo studio, la comprensione e la descrizione della salute e delle condizioni a essa collegate, migliorando lo scambio di informazioni e la comunicazione tra gli attori coinvolti in tutti quegli ambiti che hanno attinenza con la salute, come la previdenza, il lavoro e l’istruzione, solo per citarne alcuni.

Disabilità e web: quali soluzioni per l’accessibilità?

Il word wide web è nato come uno strumento per connettere tutto il mondo abbattendo barriere e distanze geografiche.

Per molte persone con disabilità, rappresenta un modo per rimanere connessi con il mondo circostante, superando impedimenti fisici temporanei o permanenti che possono limitare la mobilità e l’interazione con lo spazio che ci circonda, e quindi lo svolgimento di attività quotidiane come fare acquisti, interagire con altre persone, fruire di informazioni e contenuti online o organizzare viaggi e vacanze.

Creare esperienze web inclusive e accessibili è fondamentale per garantire a tutte le persone con disabilità il pieno accesso a servizi, prodotti e informazioni online. È una questione etica, ma anche legale, considerato che il 28 giugno 2025 segna la data di entrata in vigore ufficiale dello European Accessibility Act, la direttiva europea che estende anche agli enti privati gli obblighi in fatto di accessibilità che fino ad ora riguardavano solo gli enti pubblici.

La non conformità rispetto alla direttiva può comportare conseguenze legali e sanzioni pecuniarie per le aziende. 

Come mettersi al sicuro e creare al tempo stesso un’esperienza di navigazione inclusiva e accessibile per tutti?

La soluzione più semplice, sicura e conveniente è adottare una soluzione come il widget UserWay basato sull’AI, strumento attivabile dall’utente che permette di adattare la navigazione in base a specifiche esigenze o profili di accessibilità che raggruppano funzionalità specifiche per determinate disabilità (ipovisione, daltonismo, cecità, ecc).

Contattaci per maggiori informazioni oppure prova subito i vantaggi del widget UserWay con il trial gratuito. 

Semplifica l'accessibilità digitale

Cerca nel sito