Il 28 giugno 2025 sarà un giorno importante per l’accessibilità digitale. In tale data, infatti, entrerà in vigore l’European Accessibility Act, la norma europea che armonizza le varie leggi sull’accessibilità esistenti nell’UE.
Il modello, sul piano legislativo, è quello già seguito con il GDPR (General data protection regulation), ovvero il regolamento europeo sulla privacy entrato in vigore il 25 maggio 2018.
Cosa cambierà? Molti nuovi prodotti e servizi dovranno per legge poter essere utilizzati anche dalle persone con disabilità. In maniera analoga ad un albergo dotato di rampe, anche un sito e-commerce dovrà poter essere navigato facendo uso, ad esempio, di un lettore di schermo.
In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento, analizzando il panorama legislativo e capendo come i requisiti di accessibilità vanno ad impattare sulla struttura di un negozio online.
Il panorama legale dell’accessibilità
La norma europea 882/2019, recepita in Italia con il decreto legislativo 82/2022, stabilisce che dal 28 giugno 2025 tutti gli e-commerce rivolti ai consumatori finali dovranno essere accessibili.
Sono escluse le microimprese (aziende con fatturato inferiore a 2 milioni di euro e meno di dieci dipendenti) che offrono servizi. Tuttavia, anche per queste realtà, è consigliabile iniziare a considerare il tema dell’accessibilità, per restare competitivi e inclusivi.
Ma vediamo più nel dettaglio cosa prevede la legge.
Come riportato nel testo del decreto 82/2022, tale decreto di attuazione dell’European Accessibility Act si applica anche ai “servizi di commercio elettronico”, cioè a “servizi forniti a distanza, tramite siti web e servizi per dispositivi mobili, per via elettronica e su richiesta individuale di un consumatore al fine di concludere un contratto di consumo”.
La sezione IV dell’ Allegato I del decreto (Ulteriori requisiti di accessibilita' relativi a servizi specifici), specifica inoltre che i servizi di commercio elettronico dovranno anche:
- fornire le informazioni riguardanti l'accessibilità dei prodotti e dei servizi venduti qualora tali informazioni siano fornite dall'operatore economico responsabile;
- garantire l'accessibilità della funzionalità per l'identificazione, la sicurezza e il pagamento qualora sia fornita come parte del servizio anziché di un prodotto, rendendola percepibile, utilizzabile, comprensibile e solida;
- fornire metodi di identificazione, firme elettroniche e servizi di pagamento che siano percepibili, utilizzabili, comprensibili e solidi.
In sostanza, per quanto riguarda il primo punto, la legge obbliga a rendere disponibili le informazioni sull’accessibilità di prodotti o servizi venduti nell’e-commerce, se queste sono state fornite dal titolare del prodotto o servizio.
Gli altri due punti stabiliscono non solo che il sito deve garantire sicurezza ai suoi utenti, ma che devono essere accessibili anche i processi di identificazione, la firma (se prevista) ed il pagamento.
Proprio come entrare dalla porta di un albergo senza rampa potrebbe essere difficoltoso per una persona con disabilità motoria, allo stesso modo lo svolgimento di certi processi all’interno di un ecommerce può comportare degli ostacoli invalicabili per utenti con disabilità.
Oltre agli obblighi e ai requisiti tecnici appena descritti, è fondamentale chiarire i tempi di adeguamento richiesti dalla normativa.
A partire da quando un sito e-commerce dovrà essere accessibile?
Attualmente, in attesa delle nuove Linee Guida dell’AgID che potrebbero chiarire alcuni aspetti, permane un’incertezza interpretativa sulla data entro cui un sito e-commerce dovrà essere reso accessibile.
Il decreto legislativo stabilisce al 28 giugno 2025 l’entrata in vigore delle disposizioni, ma lascia spazio a interpretazioni: l’articolo 25 del decreto stabilisce che fino al 28 giugno 2030 i fornitori possono continuare a offrire servizi basati su prodotti legittimamente utilizzati in precedenza. Tuttavia, l’articolo 1, comma 5, precisa che il decreto non si applica ai contenuti di siti web considerati archivi, ovvero quelli non aggiornati o modificati dopo il 28 giugno 2025.
Questo solleva alcune domande: tutti i contenuti pubblicati dopo il 28 giugno 2025 dovranno quindi essere accessibili? I prodotti esistenti potranno essere utilizzati fino al 2030, ma i servizi che li integrano dovranno comunque rispettare i requisiti di accessibilità? Oppure sia prodotti che servizi potranno rimanere non accessibili fino al 2030? Inoltre, i contenuti digitali rientrano nella definizione di prodotti o di servizi?
Al momento, le linee guida dell’AgID a tal proposito non sono ancora state pubblicate, ma ci si aspetta che forniscano chiarimenti su questi e altri aspetti fondamentali per le aziende che devono adeguarsi all'European Accessibility Act.
Dopo aver analizzato i tempi e le incertezze legate all’entrata in vigore delle normative, è importante soffermarsi sui requisiti tecnici e sugli standard che guideranno l’adeguamento dei siti e-commerce alle direttive sull’accessibilità. Tali criteri rappresentano la base operativa per realizzare piattaforme realmente inclusive e conformi alle leggi europee e italiane.
I requisiti dell’accessibilità ecommerce: standard e linee guida
I siti e le applicazioni che vendono o propongono beni o servizi ai consumatori e che sono interessate dall’EAA dovranno essere conformi a degli standard tecnici verificabili.
A livello europeo,questi standard sono raccolti nella norma tecnica UNI EN 301 549. Per quanto riguarda i siti web la norma fa riferimento alle linee guida del W3C, le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines).
I 4 principi su cui si basano le WCAG, esplicitamente richiamati dal decreto legislativo, sono:
- Percepibile: i contenuti di un e-commerce dovranno pertanto poter essere percepiti anche da utenti con diversi tipi di disabilità. Ci dovrà essere, ad esempio, un contrasto minimo sufficiente da permettere anche a una persona con daltonismo di leggere il testo o cogliere immagini o figure;
- Operabile: le persone con disabilità dovranno anche essere messe nelle condizioni di poter effettivamente operare nel sito, ovvero di poterlo usare, interagire con esso, compilare un modulo, ad esempio, o effettuare un acquisto;
- Comprensibile: i contenuti dovranno essere comprensibili; le informazioni e le operazioni dell'interfaccia utente devono essere espressi e strutturati in maniera da poter essere facilmente compresi anche da persone con disabilità cognitive, per esempio;
- Robusto: il sito dovrà essere il più compatibile possibile con i browser e le tecnologie assistive.
Capire come rispettare le norme è un primo passo, ma quali vantaggi pratici porta un e-commerce accessibile?
Accessibilità: opportunità e benefici per gli ecommerce
In Italia, circa 13 milioni di persone convivono con una disabilità, un dato che evidenzia quanto sia cruciale rendere i siti eCommerce accessibili. Anche chi ha disabilità lievi o difficoltà temporanee trarrà vantaggio da miglioramenti come caratteri più grandi, spaziatura adeguata e navigazione semplificata.
L’accessibilità digitale non è solo un obbligo etico, ma un'opportunità strategica. Oltre a favorire una maggiore inclusione e ampliamento del pubblico, migliora la SEO, rendendo il sito più visibile nei motori di ricerca. I benefici si estendono anche alla reputazione del brand, che guadagna punti in termini di fiducia e rispetto.
Ma come si può costruire un eCommerce davvero accessibile? Scopriamo le best practice per trasformare un obbligo in un vantaggio competitivo.
Come rendere un e-commerce accessibile
Per creare un eCommerce accessibile, è fondamentale che sviluppatori, designer, marketer e tutte le figure coinvolte nel progetto siano adeguatamente formati sui principi dell'accessibilità digitale. Tuttavia, esistono alcune pratiche universali che ogni eCommerce dovrebbe seguire per garantire una fruibilità ottimale a tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro abilità.
Ecco alcuni degli aspetti chiave da tenere in considerazione:
- Contenuti accessibili: testi, immagini, video e audio devono essere fruibili in modalità alternative. Per esempio, le immagini devono avere testi alternativi (alt text) per permettere a una persona non vedente di comprendere il contenuto visivo, mentre i video devono includere sottotitoli o trascrizioni per le persone non udenti;
- Navigazione da tastiera: la navigazione del sito deve essere completamente accessibile tramite tastiera, poiché molti utenti con disabilità motorie non utilizzano il mouse;
- Moduli accessibili: i moduli di contatto e acquisto devono essere progettati in modo che anche utenti con disabilità visive o motorie possano completare facilmente le loro operazioni. Ad esempio, un utente non vedente potrebbe avere difficoltà a notare un campo mancante in un modulo senza il giusto supporto tecnico;
- Video e media inclusivi: ogni contenuto video dovrebbe essere corredato da sottotitoli, trascrizioni o audiodescrizioni, per renderlo fruibile a persone con disabilità uditive e visive;
- Navigazione coerente e prevedibile: la struttura del sito deve essere chiara e consistente, con link e pulsanti posizionati sempre nello stesso modo in ogni pagina per facilitare l'orientamento dell'utente. Ad esempio, i link dovrebbero avere lo stesso colore e posizionamento in tutte le pagine, per una navigazione fluida;
- Leggibilità e contrasto: il font, i colori, la spaziatura e l'allineamento dei testi devono garantire una lettura facile, anche per chi ha disabilità visive. L’utilizzo di un buon contrasto tra il testo e lo sfondo è essenziale per una leggibilità ottimale.
Per comprendere meglio i requisiti tecnici per rendere un sito conforme alla legge, è fondamentale analizzare i 50 criteri di successo delle WCAG 2.1, livello AA, richiesti dalla normativa italiana.
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