Conoscere la normativa sull’accessibilità è essenziale per pianificare interventi di adeguamento ai propri strumenti digitali, specialmente per le aziende internazionali che operano nel mercato statunitense.
Negli Stati Uniti, l'accessibilità è un tema di grande importanza, con un panorama legislativo ben consolidato e numerosi casi legali legati all'inaccessibilità.
Con questo articolo disegniamo una breve panoramica sulla legislazione nell’ambito dell’accessibilità digitale negli Stati Uniti, facendo riferimento anche ad alcune importanti cause legali.
Vedremo:
- quale sia stata l’evoluzione storica, per capire da dove derivino le incertezze delle interpretazioni legali del presente;
- come queste difficoltà si possano riferire al testo legale principale, l’ADA;
- elencheremo le principali normative che l’affiancano;
- faremo alcune considerazioni sulle cause legali;
- concluderemo con un cenno al VPAT, un documento di certificazione volontaria.
L’ADA: American with Disabilities Act
Partiamo dalla legge più importante e dalla sua evoluzione storica.
L'Americans with Disabilities Act (ADA), introdotto nel 1990, è una legge contro la discriminazione che richiede a determinati soggetti di fornire “accomodamenti ragionevoli” alle persone con disabilità. Simile al Civil Rights Act del 1964, che tutelava contro discriminazioni basate su razza, sesso e religione, l'ADA si applica a settori come il lavoro, i servizi pubblici, i trasporti e le telecomunicazioni.
Questa legge si aggiunse ad altre leggi analoghe, come l'Architectural Barriers Act (ABA) del 1968 e il Rehabilitation Act dei 1973, ma più di altre ha influenzato il modo in cui ancora oggi vengono costruiti, progettati e concepiti gli spazi pubblici degli Stati Uniti. Permise infatti la proliferazione delle rampe di accesso, dei bagni accessibili e di molte altre facilitazioni di questo genere, così come oggi le conosciamo.
Tuttavia, all'epoca dell’introduzione dell’ADA, non era ancora prevedibile l’importanza futura di Internet e di come i siti web sarebbero diventati luoghi virtuali tanto importanti quanto quelli reali. Con la rapida diffusione del web negli anni '90, è emersa la questione dell'accessibilità digitale, una sfida che ha richiesto aggiornamenti legislativi.
Nel 2008 fu quindi introdotto un emendamento all’ADA, l'Americans with Disabilities Act Amendments Act (ADAAA), che ha introdotto importanti modifiche ampliando le tutele per le persone con disabilità dopo che una serie di decisioni della Corte Suprema furono ritenute limitanti verso le persone con disabilità da parte del Congresso.
La Sezione 508
Un elemento cruciale nell'accessibilità digitale è la Sezione 508 del Rehabilitation Act del 1973, che impone alle agenzie federali di garantire che le tecnologie dell'informazione e comunicazione (ICT) siano accessibili alle persone con disabilità.
Emendata nel 1998 e nuovamente nel 2018, ha integrato le WCAG 2.0 ai livelli A e AA, e si applica a siti web federali e a quelli finanziati con fondi federali. Oggi, la Sezione 508 copre una vasta gamma di tecnologie, dai siti web ai software, documenti digitali e dispositivi di comunicazione.
Le WCAG
Un momento fondamentale per l'accessibilità digitale fu la pubblicazione nel 1999 delle WCAG 1.0 da parte del Worldwide Web Consortium (W3C). Questo documento fornì linee guida tecniche per sviluppare contenuti HTML accessibili, creando uno standard di riferimento per designer, sviluppatori ed editori. Le WCAG permisero alle corti americane di stabilire parametri verificabili per valutare se un sito violava l’ADA, diventando un pilastro anche per l’emendamento della Sezione 508.
Nel 2008, le WCAG 2.0 sostituirono la versione precedente, ampliando l'applicabilità a diverse tecnologie e semplificando la verifica della conformità. Questo aggiornamento ha reso più accessibile il processo di controllo, grazie a un linguaggio più chiaro che le rende utilizzabili anche da strumenti automatici o manuali per i test di verifica, rendendo più facile anche ai regolatori capire se un sito è conforme oppure no.
Le WCAG sono tuttora un progetto in evoluzione. La versione 2.1 del 2018 venne adottata dalla legislazione europea come standard per l'accessibilità dei siti web, mentre la più recente WCAG 2.2 è stata pubblicata nell'ottobre 2023, continuando a migliorare le linee guida per il web e oltre.
Altre Leggi USA sull’Accessibilità
Abbiamo visto le principali normative in fatto di accessibilità, ma ci sono altre normative o regolamenti che vanno citati quando si parla di accessibilità negli Stati Uniti e che sono stati chiamati in causa anche dalle corti di giustizia americane.
Vediamoli di seguito:
Sezione 504 del Rehabilitation Act del 1973
Sancisce che i datori di lavoro federali non possono discriminare su programmi e attività federali ed è richiesta una sistemazione ragionevole per persone qualificate con disabilità. Si applica anche a datori di lavoro ed aziende che ricevono assistenze finanziaria da qualsiasi agenzia o dipartimento federale.
HHS rule
Regolamentazione emessa dal Department of Health and Human Services (HHS), l'agenzia federale che si occupa della salute pubblica e dei servizi sociali. Ha aggiunto molte protezioni contro la discriminazione delle persone con disabilità.
California Unruh Civil Rights Act
Legge dello Stato della California, adottata nel 1959, che tutela i diritti civili e vieta la discriminazione in base a diverse caratteristiche personali. Sebbene non si applichi specificatamente all’accessibilità digitale, è stato frequentemente usata nelle cause legali.
New York State Human Rights Law (NYSHRL) e New York City Human Rights Law (NYCHRL)
Sono due leggi fondamentali che proteggono i diritti civili e impediscono la discriminazione nello stato e nella città di New York.
Colorado HB21-1110
Noto anche come Measures to Enhance Accessibility for Persons with Disabilities, è una legge approvata nel 2021 dallo Stato del Colorado che stabilisce nuovi requisiti per migliorare l'accessibilità ai siti web e alle risorse digitali dei governi statali e locali per le persone con disabilità.
Telecommunications Act of 1996
Legge federale approvata nel 1996. Rappresenta una riforma significativa del settore delle telecomunicazioni, ed è stata la prima grande revisione delle leggi sulle telecomunicazioni degli Stati Uniti dal 1934. L'obiettivo principale era promuovere la concorrenza, incentivare l'innovazione tecnologica e migliorare l'accesso ai servizi di telecomunicazione per i consumatori.
Regole della FCC (Federal Communication Commission), nella Sezione 255 del Communication Act
Richiede ai costruttori di prodotti per le telecomunicazioni e a coloro che provvedono servizi di rendere i loro prodotti e servizi accessibili alle persone con disabilità. Queste regole coprono tutto l’hardware e il software per le attrezzature dei network telefonici e delle telecomunicazioni usati sia a casa che negli uffici.
ADA e cause legali
L'ADA fu originariamente pensata per affrontare barriere fisiche, non virtuali, il che ha creato ambiguità interpretative riguardo l'applicabilità ai siti web privati. Un punto di svolta a tal proposito avvenne nel 1996, quando il Dipartimento di Giustizia (DOJ) chiarì che i siti web potevano essere considerati "accomodamenti pubblici". Questi ultimi sono coperti dal Titolo III dell'ADA, che richiede che i luoghi aperti al pubblico, inclusi quelli privati, siano accessibili anche alle persone con disabilità. Restava tuttavia da decidere se i siti web rientrassero in questa categoria.
Il Titolo II, aggiornato nel 2024, si occupa invece di siti e app governative locali e statali, imponendo l'uso delle WCAG 2.1 livello A+AA come standard di conformità. Questo requisito è più rigoroso rispetto a quanto previsto dalla Sezione 508, che adotta le WCAG 2.0.
Mentre il Titolo II copre le istituzioni pubbliche, il Titolo III riguarda le imprese aperte al pubblico, lasciando margine per interpretazioni quando si tratta di spazi virtuali e dando luogo, di conseguenza, a diverse cause legali.
Un esempio significativo di contenzioso sull’accessibilità web è il caso del 2006 tra la National Federation of the Blind (NFB), la Federazione nazionale dei ciechi statunitense, e Target, un noto e-commerce. La NFB denunciò Target per la mancanza di alt text per le immagini che rendevano impossibile navigare il sito con la tastiera. Questo, a seguito della chiarificazione del DOJ nel 1996, costituisce violazione del Titolo III dell’ADA. La controversia si concluse nel 2008, con Target che accettò di rendere il sito accessibile in tre anni e pagare 6 milioni di dollari in risarcimenti.
La causa contro Target aprì la strada a numerose azioni legali contro altre aziende, come Nike, Domino's Pizza, e Amazon, culminando in un aumento significativo delle denunce nel tempo. Nel 2018, il numero di cause legali per siti non conformi all'ADA aumentò del 200%, raggiungendo 3.255 casi solo nel 2022.
Il ruolo del VPAT per l’accessibilità negli USA
Sebbene non esista un ente certificatore ufficiale per l’accessibilità digitale, è possibile ottenere un Voluntary Product Accessibility Template (VPAT) e il relativo Accessibility Conformance Report (ACR).
Il VPAT valuta il grado di accessibilità di un prodotto o servizio digitale in base agli standard dell’ADA, della Sezione 508, e di normative internazionali come la EN 301 549 e le WCAG. Originariamente usato da agenzie governative, oggi viene adottato anche da aziende private per verificare l’accessibilità di software, hardware e applicazioni web.
La versione 2.5 del VPAT include quattro edizioni: una per il settore pubblico USA, una basata sugli standard europei, una focalizzata sulle WCAG e ISO/IEC 40500, e una versione combinata che integra tutti questi criteri.
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