Percentuale di accessibilità di un sito web: come viene calcolata?

Percentuale di accessibilità di un sito web: come viene calcolata?

La valutazione del livello di accessibilità di un sito web è spesso il primo step di un percorso verso l’accessibilità.

Gli strumenti di verifica automatici sono un prezioso alleato, e insieme alle verifiche manuali permettono di avere una panoramica sul livello di accessibilità e sulle carenze di un sito web.

Ma come funzionano questi strumenti e in che modo viene calcolato il punteggio finale che restituiscono?

Cerchiamo di fare chiarezza attraverso degli esempi pratici e con il supporto di fonti tecniche attendibili.

Un esempio pratico

Poniamo di aver effettuato un test di accessibilità usando uno strumento di verifica automatica come lo scanner di Userway oppure il Mauve++ elaborato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Abbiamo ottenuto, sempre per fare un esempio, un punteggio pari al 75%. 

Cosa vuol dire questa percentuale? 

Cerchiamo di capirlo, anticipando che in questo caso il nostro sito è risultato parzialmente conforme.

Come interpretare il risultato

È probabile che lo scanner automatico abbia fatto riferimento alle WCAG 2.1, livelli A e AA, lo standard del W3C attualmente preso in considerazione dalla legislazione italiana ed europea e su cui si basa lo scanner di accessibilità Userway.

Nel caso di molti scanner, questo tipo di informazioni non vengono rese pubbliche. Possiamo però prendere come esempio il Mauve++, che nelle FAQ informa che al livello A è assegnato peso 1, al livello AA peso 0,6 e al livello AAA un peso pari a 0.2. 

A questo punto ci sono alcune domande da farsi.

  1. Qual è lo standard richiesto?
  2. Cosa significa livello A+AA?
  3. Che differenza c’è tra i vari livelli?
  4. A che percentuale un sito può essere dichiarato conforme, parzialmente conforme o non conforme?
  5. Come può essere calcolata tale percentuale?

Procediamo con ordine.

1) Qual è lo standard richiesto? 

Ovvero, quali sono le norme tecniche di riferimento per i siti web?

Lo standard è quello stabilito dalle WCAG 2.1 al livello A+AA e dalla UNI CEI EN 301549. Le Linee Guida dell’AgID infatti chiariscono che:

“La conformità con il livello “AA” delle Web Content Accessibility Guidelines (WCAG 2.1), prevista dalle presenti Linee Guida, è equivalente alla conformità con tutti i punti da 9.1 a 9.4 e ai requisiti di conformità di cui al punto 9.6 della norma UNI CEI EN 301549. Tale conformità deve essere rispettata come requisito minimo per i siti web le cui procedure negoziali di sviluppo e/o aggiornamento sono state avviate dopo la data di entrata in vigore delle presenti Linee Guida. A partire dal 23 settembre 2020, tale conformità dovrà essere rispettata anche per tutti gli altri siti web di cui al punto precedente”.

A questo si aggiunge la seguente considerazione, tratta dal sito ufficiale delle WCAG:

Per la conformità al livello AA, la pagina Web soddisfa tutti i criteri di successo di livello A e quelli di livello AA, oppure ne è fornita una versione alternativa conforme al livello AA”.

Otteniamo così lo standard attualmente richiesto dalle WCAG 2.1 al lvello A+AA.

2) Cosa significa livello A+AA?

Per capirlo vediamo brevemente come sono strutturate le WCAG, le Web Content Accessibility Guidelines. Esse prevedono 4 principi generali: un sito deve essere percepibile, comprensibile, operabile e robusto

Da questi principi derivano 13 linee guida. Per ogni linea guida viene fornito un criterio di successo verificabile. Questi criteri appartengono a 3 livelli distinti, ed eccoci arrivati alle famose A, AA e AAA

Nella versione 2.1 delle WCAG, quelle attualmente prese come riferimento dalla legislazione italiana (sebbene siano state pubblicate le 2.2 e si stia lavorando alle 3.0) ci sono 30 criteri di successo di livello A, 20 criteri di successo di livello AA e 28 criteri di successo di livello AAA.

3) Che differenza c’è tra i vari livelli?

Le WCAG 2.1 sono strutturate secondo diversi livelli di severità. Il livello A è quello base, il livello AA è quello intermedio, il livello AAA è quello più severo.

Le stesse WCAG suggeriscono di non utilizzare il livello AAA come criterio di riferimento per i siti web, perché alcuni criteri non sono soddisfabili. Tuttavia, se è possibile soddisfare anche alcuni di questi, tanto meglio in termini di accessibilità.

Per rendere più chiari questi livelli, facciamo un esempio concreto.

All’interno del primo principio, secondo cui un sito deve essere percepibile, ci sono 4 linee guida. Una di queste riguarda i media temporizzati, video ed audio. La linea guida richiede di “fornire alternative per i media temporizzati”.

All’interno di questa linea guida troviamo diversi criteri.

Il criterio 1.2.2 Sottotitoli (preregistrati) è di livello A. Semplificando un poco, possiamo dire che secondo tale criterio tutti gli audio preregistrati devono essere forniti di sottotitoli, in maniera da poter essere fruiti anche da non udenti.

Il criterio 1.2.4 Sottotitoli (in tempo reale) è invece di livello AA. Secondo questo criterio anche gli audio in tempo reale sotto forma di media sincronizzati devono essere forniti di sottotitoli. 

Al livello AAA c’è il criterio 1.2.6 Lingua dei segni (preregistrato), secondo cui a tutti i media preregistrati deve essere fornita anche l’interpretazione tramite lingua dei segni.

Ognuno di questi criteri, come indicato anche nella checklist di accessibilità fornita dall’AgID nell’Allegato 2 delle Linee Guida, può essere soddisfatto, non soddisfatto oppure non applicabile.

4) A che percentuale un sito può essere dichiarato conforme, parzialmente conforme o non conforme?

Torniamo adesso al nostro esempio iniziale. Il nostro scanner ci ha detto che il nostro sito è accessibile al 75%. È conforme oppure no? La risposta è: parzialmente conforme

Ecco cosa dice al proposito una FAQ dell’AgID:

Per parzialmente conforme si intende rispettata la maggior parte delle prescrizioni della norma o della specifica tecnica, seppure con qualche eccezione. Ciò significa che il sito o l’applicazione non sono ancora pienamente conformi e che devono essere adottate le misure necessarie per raggiungere la piena conformità. Per non conforme si intende quando non è rispettata la maggior parte delle prescrizioni della norma o della specifica tecnica”.

Si ha la conformità quando i criteri sono soddisfatti al 100%. 

Secondo le WCAG la conformità a uno standard significa che si soddisfano i criteri dello standard. Per essere conformi bisogna pertanto soddisfare tutti i criteri di successo, cioè non ci devono essere contenuti che violano tali criteri.

Per quanto detto nella FAQ sopra citata, possiamo poi dedurre che dal 50,1% al 99,9% si ha parziale conformità e dal 50% in giù si ha una non conformità.

Va tenuto conto che, per come sono normalmente costruiti i siti web, i casi di conformità, così come quelli di non conformità, sono al momento piuttosto rari.

5) Come si calcola la percentuale di conformità?

Rispondere a questa domanda risulta, attualmente, piuttosto difficile. 

Partiamo col dire che lo stesso W3C non è a favore di una precisa quantificazione: nel “Report on Web Accessibility Metrics” afferma che “una ricerca su metriche di conformità automatizzate conclude che quelle esistenti sono abbastanza divergenti e molte di loro non fanno un buon lavoro nel distinguere le pagine accessibili da quelle non accessibili”.  

In un altro documento sulla Metodologia di valutazione della conformità dell'accessibilità del sito web dice anche che “sebbene i risultati aggregati che provvedono un indicatore numerico possono aiutare a monitorare il progresso nel tempo, al momento non ci sono singole metriche conosciute capaci di essere sufficientemente affidabili, accurate e pratiche. Infatti i risultati aggregati possono essere ingannevoli e non provvedono sufficiente contesto e informazione per capire l’effettiva accessibilità di un sito. Per questa ed altre ragioni WCAG 2.0 non provvede uno schema di valutazione”.

Fatta questa premessa, cerchiamo comunque di capire meglio come vengono calcolate queste percentuali, anche perché è il modo che utilizziamo per poterci basare su dei dati.

Partiamo dal ragionamento più semplice: prendiamo il numero di criteri soddisfatti e valutiamo quanti sono in percentuale rispetto alla loro totalità. 

Già qui incontriamo una difficoltà: secondo una prima ipotesi bisognerebbe considerare i criteri non applicabili come soddisfatti. Le stesse WCAG dicono infatti che Se non c’è un contenuto a cui il criterio di successo possa applicarsi, il criterio di successo è soddisfatto”. 

Quindi, in questo caso, esisterebbe solo conforme o non conforme. Tuttavia, esiste anche il non applicabile.  Senza addentrarci nelle norme, c’è che si sostiene che questi casi andrebbero sottratti dal totale.

Quindi, nei due casi, la percentuale ottenuta è differente. Facciamo un esempio: se nell’analisi del nostro sito avessimo 30 criteri soddisfatti, 10 non soddisfatti e 10 non applicabili, la percentuale varierebbe dal 75 (se venissero sottratti) all’80% (se fossero soddisfatti).

Il calcolo è in realtà più complesso di così, perché la percentuale dev’essere basata non sui criteri, ma sul numero delle occorrenze che soddisfano i criteri comparati con il numero totale delle occorrenze testate.

I criteri però, come abbiamo detto, non hanno lo stesso peso, perché il livello A è meno severo, ma i suoi criteri sono più importanti nel garantire una accessibilità di base. Alcuni metodi di valutazione ne tengono conto, e in molti casi, come si è detto, non è dato sapere qual è la natura dell’algoritmo usato.

Se volessimo addentrarci oltre, il livello di accessibilità dipenderebbe anche da chi utilizza il sito, dal tipo di disabilità. Alcuni criteri hanno ovviamente più peso per certi tipi di disabilità e meno per altri

 

Per approfondire il background teorico da cui provengono queste metriche, suggeriamo la lettura di:

- W3C Research Report on Web Accessibility Metrics

- la ricerca Large-scale study of web accessibility metrics.

 

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